NUMERICA Centro Arte Contemporanea Papesse

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Si parla di Numeri e Arte il 19 Settembre al Centro di Arte Contemporanea le Papesse, dove l’Associazione Archeosofica ha deciso di partecipare con delle esposizioni artistiche di A. Benassai e una conferenza esplicativa sul tema.

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Estratto dalla conferenza “Il numero come soggetto artistico nelle creazioni di A. Benassai” tenuta da D. Corradetti

Le investigazioni artistiche in campo numerico di Benassai, si sviluppano lungo una linea di ricerca matematico-artistica parallela e complementare agli studi operati dagli altri artisti contemporanei, ritagliandosi uno spazio autonomo ed indipendente. La peculiarità di tali studi risiede in un diverso uso funzionale del numero. Nelle creazioni numeriche di Benassai il numero non è più inteso come elemento figurativo puro e semplice privo di caratteristiche proprie o come sublime strumento astrattivo capace di liberare la tela dal suo contenuto. Nelle opere di questo artista toscano il numero cessa di essere uno strumento artistico per diventare soggetto artistico stesso dotato di una autonomia e di una individualità propria che costituiscono il soggetto rappresentato. Il percorso artistico intrapreso da Benassai mira svincolare il numero dal legame accidentale con la cifra che lo rappresenta, al fine di esaltarne il contenuto, privo da contingenze storiche o geografiche. Lo ispirano in tal senso lo studio approfondito del pensiero di Pitagora, Vladimir Solove’ev e Tommaso Palamidessi. Nell’ordine di scindere il significante numerico dal numero stesso l’artista intraprende un percorso che lo porterà ad abbracciare nuove modalità di rappresentazione numerica come base strutturale delle sue opere. L’accurata scelta di formule matematiche coerenti con il simbolismo tradizionale dei numeri (di cui è un profondo studioso) fornisce la base sostanziale dell’opera, pronta per la sua rielaborazione e ricostruzione grafica ed integrazione compositiva con elementi figurativi semanticamente distinti (vedi le creazioni di Egitto:Arte e Mistero). La separazione contestuale degli elementi figurativi usati, al fine di una riunione superiore nella tela stessa, è uno dei tratti caratteristici dell’opera di Benassai. Il luogo artistico, grazie all’uso funzionale dei numeri, appare come un luogo astratto, incorporeo, fuori dalle barriere dello spazio, del tempo e delle contingenze culturali e storiche. Tale luogo artistico risulta tuttavia allo spettatore non come vuota privazione di contenuti, bensì come luogo positivo indicante un ben preciso rapporto tra lo spettatore ed i simboli rappresentati . Grazie all’uso positivo ed affermativo dei numeri, Benassai riesce a perseguire il procedimento di astrazione positiva additato da Solove’ev nei I Principi della Conoscenza Integrale. Secondo tale procedimento, il processo di astrazione non nega i significati particolari delle idee, tramite una successiva privazione di contenuti, ma li accoglie al fine di ritrovare una riunione superiore tra essi, al di sopra delle contingenze che li vogliono divisi. L’astrazione porta così all’esistenza di un luogo artistico immune da contaminazioni accidentali e costituito da rapporti puri, in cui vengono rievocate tradizioni arcaiche e simboli moderni ed il cui rapporto con l’artista-spettatore è fotografato dalla tela. Il luogo artistico rappresenta uno stato di esistenza (ex-sistere, “stare fuori” secondo Heidegger) metafisico ed interiore in cui vive un rapporto esplicito fra il simbolo e lo spettatore. In tale ottica, l’uso della rappresentazione frattale è un elemento fondamentale per il processo. Lo studio dei numeri partendo dalle loro proprietà matematiche, invece che dal loro simbolismo grafico, libera il luogo artistico dalle convenzioni grafiche dei numeri, delle quali altrimenti rimarrebbe prigioniero, ma ne mantiene la forza astrattiva.

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